sabato 13 marzo 2010

B.A.S.C.

da evitare:
SHUTTER ISLAND: prima di parlarvi del film volevo mostrarvi questa foto che ho fatto appena le luci si sono accese in sala alla fine della proiezione.
Questi due mostri (non so assolutamente chi siano) non hanno fatto altro che parlare e discutere ad alta voce tra l'altro con dei termini da tronisti, per tutta la durata del film...siate cortesi, lo so che sono in una multisala e fanno entrare anche persone come vai ma fateci un piacere SSSHHHHTATE ZITTE (DIO CANE). Qui urge fare qualcosa per gli spettatori che pagano un biglietto (salato oserei dire) per poi vedere Scorsese che tenta di emulare Agatha Cristie. Mica basta una regia della madonna ed una fotografia spettacolare per far parlare bene di questo film, ero tutto eccitato per i primi 15 minuti, così tanto che mi sono detto cazzo ci siamo è riuscito a portarci tutti negli anni 50. La colonna sonora è incalzante, la tensione cresce secondo dopo secondo e nemmeno il bel visetto di Di Caprio è riuscito a riportarmi nel 2010. Ero li presente in trepidante attesa che il giallo avesse inizio, che procedesse, che continuasse, che smorzasse, che l'abbozzasse, che finisse...cazzo non se ne può più. Ci sono talmente tante nozioni in questo film che ad un certo punto devi per forza guardare l'orologio o girarti dalla parte della/l tuo compagna/o per trovare complicità. Davvero troppe informazioni che sfavoriscano l'andamento del film, al punto che avverti che manca qualcosa, la sorpresa finale. Scorsese non è Von Trier, se Martin fa un film è per riempire la sale cinematografiche e non mi aspetto delle critiche smisurate su quanto "la spirale è quindi la forma che Scorsese adotta per raccontare la Gothic novel che accumula strato dopo strato suggestioni"...e bla bla bla. E' un opera notevole ma nel giallo ci sono a mio avviso delle regole che vanno rispettate e se non le segui diventano o pietre miliari (MEMENTO, IDENTITA', IL SESTO SENSO) o caschi nel banale e alla prima occasione cominci a sentire puzza di bruciato. In SI lo si sente alla terza battuta di Di Caprio, fa un gesto talmente esplicito che la "spirale" introspettiva con cui si tenta di creare abilmente questo film si sgretola piano piano. Non posso rivelarvi altro perchè sarete curiosi di andare a vedere questo thriller psicologico, comunque di ben fattura, ma abbastanza prevedibile.
MIA MADRE ENTRA IN CAMERA: l'isola è eretta su una scogliera incredibile secondo me di una cinquantina di metri, in diverse occasioni Di Caprio la scala con delle babbucce a mani nude. E naturalmente la fatidica terza battuta di Di Caprio (forse è il doppiaggio che l'ha rovinata).
PUNTO G: i flashback che ha Di Caprio sono qualcosa di spettacolare, mi ha ricordato American Beauty, solo più drammatici.

Nessun commento: